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AMERICAN GOTHIC - STEREO STICKMAN - REBECCA CULLEN
 

Vibrazioni grandi e audaci introducono lo stomp americano e le intenzioni soul del nuovo album American Gothic di Stuart Pearson e Hunter Lowry. Lontano da un semplice show and tell di genere, tuttavia, We Are The Falling Rain si afferma presto come un inno blues strutturalmente creativo, baciato dal folk e caratterizzato da intrighi poetici e unità. È un'introduzione potente e artistica a un progetto che parla molto del talento di Pearson come musicista e autore.

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Ticking Away mantiene l'inconfondibile guida vocale per un brano più soul western, altrettanto poetico e musicalmente creativo, che fonde il passato e il possibile in modo brillantemente interessante. L'energia sale, il ritmo si fa sentire, il picking acustico si contrappone al dramma per un'altra gemma strutturale da ascoltare. Questo album bilancia sempre abilmente il carattere vocale con l'abilità strumentale, e questo è un aspetto fondamentale che lo rende un'esperienza così coinvolgente e piacevole.

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Il sound-design cinematografico è uno dei punti di forza di American Gothic, evidenziato ancora una volta dall'incantevole e spaziosa Where Are You - un ascolto semplice ma coinvolgente, inquietante ma soddisfacente, che si rivela ben posizionato come terza canzone del primo lato.

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Dall'oscurità concettuale attraverso i Johnny Cash-ismi e le ondate di calma simili a cori, American Gothic coinvolge completamente il suo pubblico. Melodrammatico e distinto nella sua creatività e nella sua poetica scenografia, l'album presenta una serie di storie, di melodie e di groove che riescono a sembrare allo stesso tempo familiari e del tutto incomparabili. Lochinvar ne è un esempio elegantemente meraviglioso, mentre il twang e il twist più grintoso di Cropsey ne è un altro.

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American Gothic è un'avventura audio che non ha nulla da invidiare a un film. The Abandoned Carousel infesta con delicatezza, sottili dissonanze e terrore la prima facciata in modo del tutto accattivante - una novità stilistica per la sua voce alternata e la musicalità di ispirazione horror.

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La sempre memorabile The Devil Whammy dà il via al secondo lato con il suo stomp anthemico, prima che una più sensuale spavalderia guidata dal basso addolcisca le cose per We'll Meet Again. Poi la superiorità cinematografica riprende le redini per le scene avvincenti di Runaway Girl.

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La produzione di tutto l'album è superba, quelle che avrebbero potuto facilmente essere semplici canzoni blues acustiche sono state in ogni caso elevate da una creatività senza limiti, e ne risulta un'imperdibile e impareggiabile dimostrazione di eclettismo.

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3 Feet From a Vein è un'ottima dimostrazione di queste qualità: un grande songwriting innalzato da un design intricato e atmosferico e da una profondità poetica. La canzone si costruisce meravigliosamente, inaspettatamente, e diventa un punto di forza naturale per la sua evoluzione soul esplosiva.

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One Old Coyote è la canzone conclusiva, straziante nella sua morbidezza acustica e nei suoi aneddoti personali, l'immaginario e la pregnanza si incontrano con un semplice ed efficace schema di accordi e un coro di voci sognanti per concludere il viaggio con una nuova imprevedibile direzione.

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Canzone e musicalità potenti, composizione e performance impareggiabili, storie intriganti e contemplative, il tutto unendo sia l'oscurità che il puro divertimento in un album di originali senza tempo. American Gothic è un must per i mesi freddi a venire.

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